Appunti di lettura: “La dorsale. Libro primo. L’anno del ferro” di Maria Gaia Belli

I libri continuano a ricordarmi pezzi di cose, di me, del mondo che a volte cancello.
Li lascio sul fondo delle giornate, coperte dagli impegni, dai bollettini da pagare, dalla spesa da fare tra la fine del turno al lavoro e la fila alle Poste. Credo che siano pezzi importanti, eppure una volta che gli obblighi e le necessità li nascondono dimenticarli diventa semiautomatico.
Per fortuna, dicevo, i libri ce le ricordano queste cose, e sono piccole epifanie, una luce accesa proprio nel momento giusto.
La Dorsale mi sta ricordando l’avventura, la voglia di arrampicarmi tra mura e alberi, quel batticuore che sale quando si fugge da qualcosa, quando veloce come il vento non deve essere solo una similitudine.
La dorsale mi sta ricordando quanto mi piacciono i fantasy e la letteratura fantastica, quel somigliare alla realtà che viviamo senza però esserlo davvero.
Mi sembra che i colori siano sempre più accesi dentro una storia fantastica, ma non datemi retta perché in questo momento sto parlando con una volpe dentro la mia testa.
E poi ci sono i draghi, e La dorsale mi sta ricordando anche quanto vorrei cavalcarne uno, avvicinarmi, guardarlo e riuscire a volare con lui. Ed è importantissimo e frustrante ricordarsi una cosa – ancor più se è un desiderio che puoi avere a cinque come a cinquant’anni – che non potrà mai accadere in questa realtà ma solo dentro di noi e tra queste trecento pagine.

Francesca Chiappalone

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