ai confini delle città multiplanari

[…] ai confini delle città multiplanari vedi spazi di forme regolari, il cui ingresso è sempre sorvegliato, ogni transito interdetto. Questo perché sono vuoti di sovranità chiara e univoca, conseguenza di mai sanati errori di lottizzazione […] su quei pentagoni trapezi quadrati niente cresce, nessuno passa, nessun volume proietta ombra. Solo lampioni, come promesse di controllo, minacce di un piano regolatore dormiente […] la città è su nove livelli […] gli sbocchi di cielo (“i cilindri azzurri”), le chiostrine rimaste scoperte, i camini riemersi in seguito a crolli di solai sono rari, difficili da trovare, assenti dalle mappe di quartiere (i “circuiti integrati”) e custoditi da gruppi di inabili al lavoro […] diceva la canzone controlla il conduttore possiedi il condotto concepisci il circuito misura la resistenza […] la città nella povera immaginazione dei pianificatori è tragitto da A a B, chi porta cosa dove come in quanto tempo. Approfittare degli angoli ciechi nella loro rètina […] ma se sapessero che i garage sono tutti collegati sotto, mattoncino elementare della libertà di spazio strappata metro a metro (libertema? movimentema? cinèma? cìnema? controllare il vocabolario generativo di Bourbaki, versione subito precedente al crollo del server generale) allora saprebbero che i garagisti sono i registi della sovversione a venire, fermi perché tu ti muova, custodi della tua libertà e questo ricordo dopo essere stato ingoiato da te si autodistruggerà […]

Angelo Restaino