
Vorrei fare quel gesto di quando pulisco gli occhiali e nel mentre che la stoffina tra l’indice e il pollice accarezza le lenti, ecco in quel mentre mi piacerebbe ammirare l’orizzonte mentre pulisco le lenti ma se pulisco le lenti non vedo l’orizzonte. I miei orizzonti sono limitati dalla mia stessa vista. Ne ho parlato con lo psichiatra. È un gesto che desidero fare stando in piedi e ammirare l’orizzonte dal balcone di casa mentre pulisco le lenti. Io invece l’orizzonte, mentre pulisco gli occhiali, lo devo immaginare e non è la stessa cosa, ne ho parlato con un filosofo, e allora quando indosso gli occhiali guardo per tutto il tempo solo orizzonti, per ricordarmeli quando poi pulisco le lenti. La gente dice che guardo oltre. Io, invece, guardo gli orizzonti. Il gesto della pulizia delle lenti non coincide mai con la mia voglia di orizzonte. Gli occhiali limitano i miei orizzonti, devo dirlo all’oculista. Ho provato a mettere le lenti a contatto, le uso quando devo pulirmi gli occhiali. Vado in bagno, poso gli occhiali, metto le lenti a contatto, metto gli occhiali per abitudine, non vedo niente, tolgo gli occhiali, vedo come quando ho gli occhiali ma sono senza, vado sul balcone, guardo l’orizzonte mentre pulisco le lenti. È bello l’orizzonte, meglio di come lo immaginavo. Sì? Poi torno in bagno, tolgo le lenti e vedo come quando non ho gli occhiali, mi rimetto gli occhiali e le lenti sono pulite. Torno a guardare l’orizzonte. È bello come quando me lo immagino. Sì?
Massimo Gerardo Carrese