
Mi chiamo Massimo, lavoro part-time al Massimo e mi piacciono le massime. Conosco minimo 3726 massimeammemoria. Al Massimo al massimo le recito tre volte a settimana. In linea di massima, come minimo, sono sempre al massimo al Massimo, mi piace il mio lavoro, e sono me stesso al Massimo: Massimo al Massimo con le massime. Guadagno il minimo con le massime e sono contento anche se la mia ragazza dice “Massimo al Massimo con il reddito minimo non sei al massimo del tuo essere Massimo”. Io comunque sto bene. Mi impegno al massimo al Massimo a essere me stesso, cioè Massimo, e a dire bene le massime: faccio il minimo indispensabile per il massimo risultato con il minimo sforzo. Ancora oggi mi ripeto il mantra: Massimo al Massimo essere il massimo con il minimo. La gente dice “Massimo al Massimo è il massimo”. Mi fa piacere. Lo dice anche quando so di essere al minimo. Fare il massimo al Massimo non è facile. Resto umile, è il minimo, sono sempre quel Massimo che al Massimo dice le massime al massimo tre volte a settimana, come minimo. La mia ragazza dice “Massimo non sei al massimo del tuo Massimo al Massimo, cambia lavoro” e mi prende in giro e mi chiama Massiminimo. Sto bene al Massimo. Massimo relax, sempre a mio agio, anche quando la sala è al massimo o al minimo, sto tranquillo. Dico le massime al minimo di voce perché l’acustica al Massimo è il massimo. Sono il massimo esperto di massimeammemoria, laureato con il massimo dei voti. M’inorgoglisce la cosa. È il minimo.
Massimo Gerardo Carrese