Urge dadaista

Auto in prima corsia. La affianco dalla seconda. Andatura a 106 km/h. Faccio cenno al guidatore che voglio una sigaretta. Quello accelera. Spalleggio altre auto. Niente. Un tipo, infine, mi fa cenno di aspettare e mentre guida si abbassa veloce, scompare tra i sedili e subito riemerge con una sigaretta tra le mani. Il tipo, sorridente, mi fa segno di avvicinarmi. Procediamo paralleli. C’è complicità. Lo sento. Abbassa il finestrino, io il mio. Andatura a 92km/h. Lui in prima, io in seconda corsia. Allunga il braccio sinistro con la sigaretta tra l’indice e il medio. Mi piego tutto verso destra per prenderla. La scena è quella del Giudizio Universale. Mi stiro più che posso e lui pure con il suo braccio. Guardo avanti e guardo la sigaretta. Lui fa lo stesso. Sbando. Decelero. Mi riassesto. Siamo di nuovo paralleli. «Non riesco a prenderla, gli dico, lanciala». Deceleriamo. Dietro lampeggia un tir. Acceleriamo. Andatura a 115km/h. Di nuovo paralleli. Lui con il braccio teso fa per lanciare la sigaretta ma questa finisce tra le due auto, risucchiata dal vento. Mi saluta. Io pure. Mi fermo all’area di servizio. Qui trovo sempre i servizi di cui ho bisogno. Un caffè? C’è. Il bagno? C’è. Ora ho bisogno di fumare. Per recuperare la sigaretta affianco le auto parcheggiate e dalla mia cerco una con la guida a destra. Le persone mi guardano con sospetto ma loro non sanno che l’anagramma di ‘guida a destra’ è ‘urge dadaista’. Mi dico che sarà tutto più semplice con un dadaista. Urge.

Massimo Gerardo Carrese

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