
quando mi chiedi cosa farò d’estate ti rispondo che mi sdraierò nelle sue tasche più calde e non mi alzerò da lì finché l’erba non avrà attraversato tutti i miei pori. un solletico sulla lingua mi farà sputacchiare il bordo secco di qualche filo d’erba, un animaletto indaffarato smonterà la mia uniforme e colonie numerose si sistemeranno tra le mie ossa. steli di piante a specchio bucheranno le mie pupille, la cui luce, di notte, illuminerà le loro punte orbicolari. e quando passerà un mantice di vento le staccherà una a una e le porterà con sé, oltre la sutura in fondo alla collina. sarò lì, una polvere bianca sulle antenne in volo.
Eda Özbakay